Agaro

Agaro visse per sette secoli isolato dal mondo, era il più piccolo e più alto comune dell’Ossola, le case erano adagiate sul fondovalle e distribuite nei due piccoli nuclei di Agaro e Margone, stretti dagli scoscesi versanti di montagne rocciose, mentre i boschi sacri aggrappati ai versanti proteggevano l’abitato dalle valanghe. Le valanghe furono l’incubo ricorrente per gli abitanti di queste valli: Agaro fu distrutto e riedificato cinque volte.

Agaro, ad oltre 1500 metri di quota, fu l’insediamento più elevato e più importante di un sistema di nuclei abitati (Costa “Hutz”, Pioda Calva “Galwuboda”, Ausone “Opso/Ougsto”) che si distribuivano a quote minori e fungevano da residenze invernali quando il pericolo delle valanghe era massimo.

I Walser di Agaro, Ausone ed altre località alpestri vicine giunsero in Ossola provenienti dal vicino Canton Vallese, Goms, la valle di Binn, attraverso il Passo dell’Arbola, nel XIII secolo.

I De Rodis-Baceno, signori feudali della Valle Antigorio, concessero nel 1296 in affitto ereditario le terre di Ausone e nel 1298 quelle di Agaro e Costa. Il canone d’ affitto di 30 lire imperiali, 8 libbre di pepe, sei pernici e mezzo quintale di formaggio, veniva versato ogni anno, alla festa di San Martino. Nel corso della loro storia gli agaresi cambiarono piu volte padrone fino al 1928, quando un decreto del governo aggregò il piccolo comune a quello di Premia.

La principale fonte di reddito era rappresentata dalla produzione casearia e la vita era regolata secondo i tempi della transumanza. In alto, gli alpeggi di Vargnana, Topera “Tupper” (1777 m), Bionca “Bijungga”/ “Plangge” (1992 m), Pojala “Beyelenalpu” (2149 m), Corteverde “Gutfeder” (1821 m) e Nava “Hafneralpu”(1948 m), alpeggio principale di Ausone, erano il perno di un’economia basata quasi esclusivamente sull’allevamento e sull’accumulo di foraggio.

I legami con Salecchio “Saley” e Formazza “Pomatt” furono sempre stretti: per secoli gli agaresi, alla fine di maggio, andarono in processione all’oratorio di Altillone con un cammino di oltre sei ore attraverso il passo del Muretto. Il cammino avveniva processionalmente cantando e recitando le laudi; all’arrivo gli uomini scendevano nel laghetto a raccogliere le ninfee che venivano poi conservate per un anno.

Gli agaresi mantennero per lungo tempo legami di parentela e amicizia nella valle di Binn “Binntal”, attraverso la Bocchetta d’Arbola “Albrunnpass”, come dimostra l’azione di operai vallesani nel febbraio del 1888 quando il paese fu semidistrutto dalle valanghe. A Binn gli agaresi andarono per rifornirsi di tabacco, zucchero, caffè e sale; a volte scendevano fino a Lax in sette ore di cammino. Ad Agaro, come a Binn, rimase a lungo l’uso femminile di fiutare tabacco e di fumare la pipa, caratteristica unica in queste valli.

Anche la scuola del più piccolo comune dell’Ossola, seguiva tempi diversi rispetto ai centri di fondovalle: le vacanze erano invernali, quando la popolazione era sparsa nei centri inferiori, e le lezioni si tenevano in estate.

Nel 1936, i montanari di Agaro furono costretti ad abbandonare il villaggio. Due anni dopo una diga alta 57 metri coprì con 20 milioni di metri cubi di acqua i pascoli e il villaggio. Solo in primavera, quando l’acqua del bacino è bassa, si possono vedere gli scheletri di larice delle case walser e la guglia del campanile dell’ antica chiesa.

Anche il dialetto di Agaro, considerato uno dei più caratteristici ed arcaici tra gli idiomi walser non si è salvato. La conoscenza dell’ italiano o almeno del dialetto antigoriese erano considerati indispensabili per riuscire nella vita ed inoltre si vergognavano di questa parlata incomprensibile. Il processo d’ italianizzazione iniziò molto presto, come dimostrano le costatazioni di Halbfass durante la sua visita ad Agaro nel 1894.

Oggi le colonie walser della Valle Antigorio sono luoghi silenziosi, immobili nel tempo, ma riportano ancora i segni immutati di quell’ antica cultura walser vissuta tra le montagne.

Agaro “Ager”(1561 m.) è uno specchio blu, vegliato costantemente da due guardiani. Un piccolo gruppo di baite in legno e pietra risparmiate dalle acque ospita nostalgici turisti che in estate godono di un soggiorno in tranquillità.

Le rocce selvagge dei versanti alpini che si riflettono sul lago nascondono spesso abili arrampicatori in cerca di divertimento, mentre più in basso sulle sponde, si scorgono appassionati di pesca e sui prati alpini attorno e gli alpeggi sovrastanti di Pojala, Bionca e Topera pascolano ancora come un tempo mandrie di mucche con i loro campanacci che fanno eco nella valle.

Ausone “Opso/Ougsto/Augsten” (1454 m.) si adagia su un ampio prato verde esposto ai raggi del sole. Qui si possono ancora osservare la chiesa, l’ edificio della scuola e molte baite restaurate con vicino campi di patate.

Ogni anno, l’ultima domenica di settembre ha luogo una corsa non competitiva che parte da Croveo, attraversa i meravigliosi paesaggi Walser della valle Antigorio e raggiunge Costa “Hutz” (1250 m.) un idiallico paesino che riporta indietro negli anni.

Molti escuriosionisti compiono un giro ad anello seguendo la corsa, lasciato Croveo si arriva a Cima Chioso, poi si sale passando da Mollio alto, Suzzo sotto, Suzzo sopra e si arriva al lago di Agaro, la discesa prosegue con una sosta alla festa a Costa, poi si scende da Piodacalva, Mollio fino a Croveo.

Il coraggio e l’ impegno di una famiglia ha fatto rivivere di recente l’abitato di Piodacalva “Galwuboda/ Z’ Galw” (1235 m.) un silenzioso pianoro che affianca Costa, diviso dalle acque del rio d’ Agaro.

Suzzo ”Sütz” , Suzzo Sopra “Ober Sütz “ (1667 m.) e Suzzo sotto “Unner Sütz “ si possono raggiungere da Croveo, frazione di Baceno, in circa due ore di cammino. I tre villaggi ormai in decadenza giacciono immobili nel silenzio delle montagne, i panorami mozzafiato ed i versanti attorno.

Anche Mollio si divide in più insediamenti Mollio Alto, Mollio e Mollio basso, oggi sono un insieme di case abbandonate, che riportano ancora segni evidenti di una vita passata.

Alcuni abitanti della valle antigorio che ancora oggi frequentano, amano e conservano le colonie walser sparse tra le montagne di Agaro vorrebbero condividere questi luoghi, la loro storia e le loro tradizioni con quei walser lontani, che oggi vivono separati dalle alpi, ma i quali portano nel cuore quell’ antico spirito che li accumuna dalle origini.

Agaro si raggiunge salendo direttamente da Croveo, seguendo il percorso della gara “Crof/Hutz” sopra descritto oppure percorrendo la strada da Goglio per l’alpe Devero si prende una diramazione a destra che porta ad Ausone, si procede fino al tunnel dell’Enel, si cammina accanto alla condotta forzata ed allo sbocco della galleria ci si trova ai piedi della diga.